martedì 9 dicembre 2014

All I want for Christmas

Il nostro primo albero di Natale faceva schifo. Lui era depresso, io arrabbiata e disillusa ma non volevo si notasse così fingevo forza e facili entusiasmi. Il risultato del mio impegno fu pessimo così come i miei sorrisi forzati da indolenzimento degli zigomi.

L'abbiamo comprato in un grande centro commerciale, senza troppa cura, tantomeno amore. Misura giusta, colore adeguato, palle rosse e oro come vuole la tradizione e nel rispetto della banalità.

Mi sentivo terribilmente sola. La voragine tra petto e stomaco stava assumendo proporzioni preoccupanti. Ero un vulcano borbottante pronto ad esplodere. Risentimenti tormentati, rospi ingoiati, rabbia repressa, parole mai dette. 

Ero problematica. 

A pensarci oggi ho rischiato grosso. Non che non abbia ceduto poi, anzi. L'ho fatto platealmente buttando fuori tutto da un giorno all'altro ma poteva andarmi pure peggio. 

Il nostro primo albero l'abbiamo montato l'8 ma smontato il 5. Il 24 l'abbiamo passato in ospedale, aspettando che nascesse una nipote che non conosco dalle viscere d'una persona che con buona probabilità mi odia. Pensavo alla mia famiglia. Mentre lì mi sentivo un'estranea loro mi attendevano, al caldo, con la tovaglia rossa e gli antipasti sul tavolo. Mancavo solo io, immaginavo la mia sedia vuota e l'ansia di mia madre. 

Il nostro secondo albero l'abbiamo montato in un posto diverso, ma quel Natale fu comunque orrendo. Stavolta mi era toccata una cena fredda in una casa dalle pareti lilla e una torta di compleanno con un maiale con su scritto uno. 

Quelle stesse persone a cui avevo dedicato tempo e immolato la mia vita manco mi avevano chiamata per sapere come stessi dopo il mio terribile incidente d'auto.

L'anno scorso ho deciso di cambiare. L'anno scorso ho deciso che vengo prima io, che il mio Natale è casa mia. 

E' andata meglio.

Non sarò mai una fan di questa festa programmata, ci si sente solo più soli e tutti sono più ipocriti. Ma quest'anno l'albero è bellissimo, ci sono stickers alle finestre e ho addobbato di rosso persino la lampada Ikea. 

La vita è quello che scegli. Io ho scelto di difenderla, di difendermi.

Io ho scelto di non fare quello che non mi va di fare. 

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