martedì 20 gennaio 2015

Molecole, materassi, noia e cocaina

La chiamano la molecola dell'ansia e pare stiano studiando una tecnica per spegnerla al momento opportuno, quando il panico semina tempeste ormonali e reazioni fisiche esagerate e non necessarie, meccanismi difensivi inutili che possono provocare veri e propri malanni.

Ne parlava un articolo del Corriere stamattina e io, che i meccanismi difensivi inutili li colleziono da un po', sono arrivata alla conclusione che il problema è tutto nella mia testa. Non nel mio utero, non nelle ovaie, non nel mio sangue. Nella mia testa.

Una certezza che è durata poco, in realtà. Come succede sempre con le rivelazioni improvvise. Non reggono alla successiva razionalizzazione, all'analisi dei fatti. Però il dubbio resta. E corrode. 

Il guaio è che, anche volendo, non sarei in grado di posizionare un cartello di STOP davanti la mia amigdala. Cambiare atteggiamento, mentalità, invertire il circolo di negatività è facile solo a parole. 

La verità è che sto perdendo le speranze e il fatto che stia accadendo proprio ora, alla vigilia (si spera) di un intervento e prima di una FIVET, non è una cosa positiva. Forse pure questo è un meccanismo difensivo, un materasso messo lì, sull'asfalto duro, per attenuare il colpo in caso di inarrestabile e rovinosa caduta.

Dicono che la terza decade di Gennaio sia la più dura. Diavolo, dev'essere vero. O forse l'umore che non resiste alla forza di gravità e si spiaccica sul pavimento è solo la solita conseguenza del calo ormonale post-ciclo. 

Di stringere i denti non mi va più, vado avanti per inerzia. 

La noia mi annienta. Più che sulla molecola dell'ansia dovrebbero intervenire sull'adrenalina. Sarebbe di sicuro più interessante, la vita, se tutti la vivessimo come se fossimo sotto l'effetto d'una botta di coca. 

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