giovedì 8 gennaio 2015

La dieta del sette

Come tradizione impone dal 7 gennaio ho iniziato una dietahahahahahah. In realtà volevo semplicemente reinterpretare in chiave salutista la mia alimentazione. Sia ben chiaro: non mi converto alla soia, ne al kamut, ne al credo vegano. Sono figlia di mater italica, del magna che te passa, del meglio due kg in più che due etti in meno, del grasso è bello, del 'sto pupo nun me magna dotto'. Non posso rinnegare le mie origini ne gettare alle ortiche anni e anni di crociate materne volte ad evitare la mia denutrizione. Sono piuttosto sicura che due fette di salame non abbiano mai ucciso nessuno, a parte il maiale, ovvio. Dio quanto scassate voi devoti della carota! E sono anche certa che morirò prima di salmonella che di Nutella. Persino le mie diete più rigide hanno sempre compreso il cioccolato, la pizza margherita, la pasta all'ovo.

Però questo Natale ho esagerato. E se il Natale se lo semo levati dalle palle i kg no. E il gonfiore manco.

Non avendo quindi intenzione d'essere eletta miss pappagorgia dell'anno ho deciso di correre ai ripari.

Non sono certa di averlo fatto nel modo giusto, men che meno nel modo salutare.

Per esempio ieri, in preda a deliri febbrili, mal di gola, tosse, ho pranzato con un tè caldo e un torroncino ricoperto di cioccolato bianco, saltando la colazione. Alle quindici in preda a deliri famelici mi sono attaccata all'unica cosa pronta che avevo in frigo: pecorino a tocchetti portato in dono da amico ignoto del nuovo uomo di mia sorella la sera di capodanno e noci. Per cena riso in bianco. Applausi per me.

Oggi a colazione non ho potuto proprio rinunciare al pandoro Bauli. Fortuna che a pranzo ho mangiato solo pizza e salame.

Siccome sono una che non molla, manco quando la via della perdizione parrebbe essere senza ritorno, ho deciso di rimediare allo sgarro cenando con merluzzo al forno e cicoria.

Peccato per quel salame avanzato in frigo. Peccato per quel pezzetto di pizza bianca avanzata nel cassetto del pane.

Peccato per quel momento di sconforto che mi ha colta alla sprovvista. Peccato.

Di questo passo oltre al titolo per la pappagorgia mi daranno anche un riconoscimento per le maniglie dell'amore, la panzetta cinquecentesca, il posteriore a prosciutto.

Per le tette no, quelle non crescono. Mai.

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