giovedì 22 gennaio 2015

La principessa Attila

Che la disoccupazione ostinata e costante di uno dei due membri nuoccia gravemente alla salute finanziaria della coppia è cosa, ahinoi, nota. Le famiglie monoreddito non navigano nell'oro, manco nel silver plated

Nel mio caso, però, ci sono delle aggravanti. Tipo la smania di pulito, le manie compulsive e le, purtroppo, frequenti interruzioni elettriche delle comunicazioni neuronali che fanno sì io combini dei casini inenarrabili il cui riparo comporta cospicui esborsi di denaro.

Devo aver già scritto da qualche parte del danno arrecato al mio fescionissimo divano bianco in ecopelle, vittima sacrificale dell'uso spregiudicato et irresponsabile di ammoniaca e olio di gomito. La disastrosa spellatura è stata sapientemente occultata tramite l'uso di un cuscino poggiatesta, così ora la seduta centrale pare un sedile dell'Alitalia. 

Siccome, però, io sono ossessiva e aspiro a un'utopica perfezione degli arredi di casa mia, non dormo notti tranquille perché IO SO che il danno c'è, pure se non si vede.

Da brava formichina avevo, quindi, deciso di risparmiare (sì, ancora di più) per accantonare i soldi necessari all'acquisto di un nuovo divano Ikea. Stima acquisto 2016. Che ce volete fa' c'è crisi e i soldi non li cagano i merli, come si dice da queste parti. 

A forza di impilare euri ed estorcere quote di risparmio settimanali al marito, ero arrivata a mettere da parte una bella sommetta pari quasi alla metà di quella necessaria per l'acquisto. 

Vi dirò di più. Mi ero gasata così tanto da pensare magari con un po' più di tempo, impegno e pazienza potrò aspirare al divano x (assai più caro) anziché accontentarmi del divano y.

Ma si sa l'uomo propone e Dio dispone. 

Stasera ho pulito la macchina. Un impegno apprezzabile per un altrettanto soddisfacente risultato. Fin quando, posseduta da smania perfezionistica, non ho deciso di rimuovere lo specchietto retrovisore per agganciarci meglio gingilli e Arbre Magique. Nel tentativo, tra l'altro fallito, di rimetterlo al suo posto ho dovuto fare un po' di pressione. Un po' troppa, forse. Così troppa da incrinare il parabrezza. Nove crepe a raggiera dal punto del crack. Una tragedia.

Manco a dirlo la mia assicurazione non copre i cristalli e il danno è troppo esteso perché il vetro possa essere riparato. La sostituzione mi costerà sui 150 euri. Se mi dice bene e solo perché quel santo Umile Servo anziché ghigliottinarmi ha trovato un bravo Cristo che ci farà un prezzo di favore.

Ora io non sono un'economista ma, occhio e croce, se non avessi risparmiato e anziché pulire la macchina fossi andata a fare shopping ora sarei più ricca e pure più felice.

Lezioni di vita. 
 

Nessun commento:

Posta un commento