giovedì 12 novembre 2015

Scarpe, corrieri e dolori (censurati)

E' ormai assodato che io e i corrieri UPS abbiamo un pessimo rapporto. Nello specifico loro mi odiano. A ragione. Oggetto del contendere anche stavolta un pacco di Zalando contenente scarpame. Motivo dello scazzo anche stavolta due chiamate senza risposta e un indirizzo (quello della mater) sprovvisto di numero civico, particolare che, a quanto pare, getta nello sconforto i porta pacchi impedendo loro di ritrovare la retta via anche in un paesello di poche anime, dove sarebbe sufficiente fare una cosa piuttosto banale: chiedere.

L'unica differenza rispetto al caso precedente è stata che stavolta sono riuscita a fargli fare marcia indietro a patto che ci incontrassimo a metà strada. Quando l'ho richiamato, per inciso, ero ignuda dinnanzi lo specchio del bagno grande, con la bocca impastata di caffè, il capello appena asciugato e non ancora piastrato, una conversazione a metà su Whatsapp.  Per raggiungerlo ho rischiato di perdere il bus, la vita e la dignità. Fortuna che per allungarlgi i 30 denari ho dovuto solo aprire lo sportello della macchina, senza manco uscire e me ne sono tornata all'ovile con le mie scarpe stringate, un fascio di scuse biascicate ad minchiam e la promessa che la prossima volta lascerò al povero Cristo anche il numero di un fisso.

Le scarpe sono belle, assai fèscion, giusto un poco scomode ma al cuor non si comanda e a Miranda Priestley manco.

Gonfia d'orgoglio per l'acquisto, ho condiviso la notizia con le Sisters che già avevano apertamente manifestato il loro disgusto per il modello.

Gente, la sorellanza certe volte vacilla.

Fortuna che una delle due, quella che ha un problema con gli acquisti compulsivi, mi ha superata con un paio di simil Vans provviste di zatterone, brillantini e, udite udite, pattern leopardato.

Mio marito, per il momento, s'è astenuto da ogni commento. Sarà che siamo troppo impegnati a litigare e a capire cosa ne sarà di questo rapporto. Ma questa è un'altra storia. E spero venga archiviata prima che abbia la possibilità di parlarne.

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