Insomma siamo al solito: moriremo tutti!. E non è divertente pegnente.
Nonostante il suddetto stato psicofisico stamattina ho zittito la sveglia al sesto o settimo rintocco, sono riuscita a rendermi presentabile e ad agganciare, sotto una pioggia scrosciante e con qualche maledizione, il bus delle sette meno dieci.
Abbiamo passato il capodanno nel locale dell'amico libanese. Tra una portata e l'altra la Sister O. s'è fatta scappare qualche bicchere di troppo. Una volta diventava promiscua, ora emotiva. Così s'è messa a piangere sulle note di Io vagabondo perchè la canzone le ricordava l'amico G. (la sister col pisello) illustre assente della serata e reo confesso di essere preda dei fantasmi del passato e di insicurezze esistenziali che lo spingono un giorno a prometterle amore eterno, l'altro a visualizzare e non rispodnere su uazzap.
Prima e dopo la mezzanotte ho ricevuto notizia di due gravidanze, entrambe molto ambite. Sono solita rallegrarmi quando qualche ricercatrice incallita riesce finalmente ad agganciare per le piume la cicogna, stavolta ammetto con rammarico che non è andata così. Sono solo riuscita a pensare resto l'unica stronza con la panza vuota e la cosa, I know, non mi rende onore.
In ogni caso ho dismesso la corazza. Troppo pesante e pure un po' demodè. Quel che mi serve è un impermeabile che mi faccia scivolare addosso pensieri negativi, senso di inadeguatezza, invidie. Magari funzionerà pure meglio, non ci sarà bisogno di accusare i colpi almeno fino a quando qualche goccia si intrufolerà in una falla, raggelandomi.
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