No, non questa Patty Pravo:
ma questa:
Insomma, oltre a somigliare all'uomo gatto senza aver fatto alcun ricorso a lifting e botulino, avevo anche le mani modello canotto da rafting con l'anulare strizzato a mo di salsicciotto nella fede nuziale.
Mina, allarmata dalla possibilità che io iniziassi a volare senza l'aiuto dei palloncini della casetta di Up, mi ha attaccato al polso uno di quei cosi elettronici che misurano la pressione arteriosa.
La minima è alta, ha sentenziato.
Io, che ho il sangue freddo, ho iniziato a iperventilare, peccato non ci fosse nessun sacchetto di carta, così magari avrei capito l'utilità di respirarci affannosamente dentro e mi sarei sentita una cifra ammerigana.
Qualche mezz'ora dopo l'allarme è rientrato e oggi ho inaugurato la mia seconda settimana di lavoro scevra da condizionamenti ipocondriaci, segno che qualcosa è effettivamente cambiato e che l'analisi è stata una buona idea, forse l'unica buona idea in tre anni di onorata carriera depressiva.
Il fatto che io mi stia approcciando a questo nuovo lavoro e, in generale, a questo nuovo capitolo della mia vita in maniera più zen, fatalista, rilassata ma anche più ottimista, consapevole, determinata mi rende fiera di aver percorso una strada tortuosa, ripida, sdrucciolevole. E mi rende pure fiera delle mie battute d'arresto.
Nemmeno le ho contate le volte che sono finita col culo per terra ma ogni livido è servito. Ogni goccia di sangue, ogni ferita, ogni lacrima.
Nella merda c'ho coltivato i fiori. E, per questo, la pacca sulla spalla me la do da me.
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