venerdì 20 febbraio 2015

Il mattino ha l'argento in bocca

Non è la voglia che mi manca. É che io pe' lavora' non c'ho er fisico.

Eccolallà la Princess maledetta. Quella che s'è pianta l'anima dopo aver perso il suo lavoro e ha pregato tutto il calendario mariano per trovarne un altro che fa a ciucca col finestrino di un bus, lottando contro il sonno da sveglia all'alba e la stanchezza da stress da prima settimana lavorativa.

Io sono quella nuova, ancora una volta. Quella da conoscere, valutare. E da brava primina della classe faccio sfoggio delle mie competenze, le espongo al mercato nascondendo la merce avariata sotto il bancone, nella speranza che nessuno la noti mai.

Loro sembrano, giorno dopo giorno, meno mostruosi e più normali. Ridono, persino. Si arrabbiano e gioiscono, bevono caffè.

Loro sono le persone con cui, con buona probabilità, condividerò solo una piccola, piccolissima parte della mia vita, saranno, in un domani non troppo lontano, nient'altro che una voce sul Curriculum, magari un bel ricordo.

Sicuramente loro sono un segno. Una ripartenza Un messaggio: io ce la posso fare. Io posso ricominciare. 

Stamattina il centro di Roma era colorato d'argento, bagnato dalla luce della mattina presto. Era pulito, silenzioso, vuoto. Stamattina c'ero io, sola con la mia città. C'ero io, sola con questa nuova me, che non finisce mai di stupirmi, di farmi innamorare.

Non finirò, suppongo, a baciare la mia immagine riflessa nello specchio perché, in fondo, l'autoreferenzialità, in qualsiasi forma decida di palesarsi, non fa per me e non sono poi così vanesia come dicono. Ma mi piaccio. E per la prima volta mi vedo da dentro, coi miei occhi, senza passare per il giudizio di quelli degli altri.

Di quello che accadrà poco mi importa. Mi andrà bene, andrà tutto bene perché oggi sono io. 


 



Nessun commento:

Posta un commento