lunedì 16 febbraio 2015

Il complesso

Ammetto che la tentazione di mollare tutto e prendere la via dell'Aventino è stata molto, molto forte. Così forte e così ben radicata nel mio subconscio da non essersi, ancora, perfettamente scozzata.

I dubbi che mordicchiano impietosi i miei pensieri poggiano solide basi su diversi motivi.

Innanzitutto il mio lunghissimo digiuno lavorativo mi ha reso insicura, incerta sulle mie possibilità, svogliata, deconcentrata, apatica. Un mostro.

In secondo luogo il cliente di questa web agency, pullulante di gente così smart da solleticare insistentemente quel malcelato complesso di inferiorità che ti porti addosso dalle scuole medie, quando tua madre ti comprava le Lelli Kelly e le camicie coi collini a centrino, è very important e tanto, troppo, esageratamente istituzionale. Che mica uso se frasi fatte a minchia, io. Insomma, ansia a cagotto.

Infine la missione pupo che rischia di arrancare dietro un lavoro che per molti sarebbe considerato, a ragione, una grande occasione e che per me rischia di essere solo impegnativo, massacrante, totalizzante.

Mi sento l'ultima della classe in mezzo a tanti cervelloni iperattivi e motivati. E convivo col timore che questo impiego non farà altro che togliermi determinazione, passione ed energie per quella che considero, ancora e sempre, la mia unica, grande e vera priorità: la ricerca di mio figlio.


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