La stazione era in realtà piazzale Aldo Moro, davanti l'università. Così mentre lui con due borsoni al seguito raggiungeva due studentesse imberbi io mi avventuravo su un 492 semivuoto, unico modo da quella posizione per raggiungere il lavoro in tempo.
La Yaris di G. è ibrida e lui m'ha lasciato con la promessa di aver disattivato un qual certo bottone che fa scattare un qual certo allarme quando il gas sta per finire e di aver impostato l'opzione solo benzina.
A turno finito dopo aver percorso a ritroso il lunghissimo tratto di strada, stavolta sul 71, mi sono messa al volante, giusto un po' timorosa e scettica riguardo la reale necessità di dimostrarmi così disponibile.
Tentata dalla scatola di latta delle liquirizie Rossano e ringalluzzita all'idea che quella micragnosa dose di zucchero avrebbe potuto aiutarmi nella titanica impresa ho aperto la confezione. E dentro c'ho trovato un Durex.
Come inizio niente male, mi son detta.
Il tempo di congratularmi con me stessa per aver agevolmente ritrovato la strada di casa che quell'infernale allarme, guarda un po', s'è messo a strillare.
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
pronto G!? Guarda che qua 'sto coso strilla
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
Mi sono dimenticato di disattivarlo, devi spingere tu il bottone
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
Dove, come, quando? Perché ti ho detto sì?
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
Tranquilla, sta sotto pftu pftu pftu lecce
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
Cosa diavolo dici?
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
Cosa diavolo dici?
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
lecce, lecce! pftu pftu pftu
tintintintintintin tiiiiin tintintintintintin tiiiiin
La linea è caduta ed io ho iniziato a chiedermi quale sorta di bottone potesse mai trovarsi sotto Lecce e se fosse proprio quello il momento indicato perché quell'idiota di G. si mettesse a farmi gli indovinelli.
Poco prima del casello, coi timpani in sciopero bianco, l'illuminazione.
Frecce! Frecce! Sta sotto la leva delle frecce!
Ma se Murphy è così famoso ci dev'essere un motivo.
Presa dall'entusiasmo per aver scongiurato la crisi e in preda alla forza dell'abitudine ho preso la corsia per i Telepass, aggeggio di cui G. non è fornito.
Mi dispiace - ho urlato al citofono dell'aiuto - ho sbagliato corsia, non ho il Telepass.
Qualche secondo di attesa, un gracchio indefinito in sottofondo e la barra s'è aperta.
La tizia all'uscita somigliava a Moira Orfei.
E come facciamo adesso? Ha chiesto, placida
E io che ne so?
Ma le hanno dato l'ok al transito?
Mi hanno aperto la barra, se è questo che intende
Sì ma le hanno detto o no "ok al transito"?
Le esatte parole intende?
Sì!
No, cioè. Boh, io non ho sentito.
Pausa. Pausa. Pausa.
Allora deve andare al punto blu e si fa addebitare il pedaggio sul suo Telepass
Signora, questa non è la mia macchina e io non ho modo di passare al punto blu, ne adesso ne nei giorni a venire.
Pausa. Pausa. Pausa. Fila. Fila. Fila. Imbarazzo.
Va' beh, facciamo così. E' entrata a Roma?
Deo gratias, sì
Sono 4 euro, registro la targa.
Non mi piace mettere in ansia gli amici, G.soprattutto. Così mi sono limitata a un rincuorante messaggio vocale:
La tua macchina è sana e salva, sotto casa mia. Dì a tuo fratello che può passare a prendersi le chiavi quando vuole.
Che non si dica che non sono una tipa affidabile.
Nessun commento:
Posta un commento