domenica 21 giugno 2015

Assoluzioni

Stavolta credevo di averla scampata. Avevo interpretato una sindrome premestruale stranamente sottotono come il preludio di un ciclo sereno. 

Mi sbagliavo.

Il primo a rimetterci le penne è stato il sant'uomo che sta prolungando l'agonia del mio vetusto HP. Il pc, che compirà dieci dicodieci anni a dicembre, ha brillantemente sostenuto due tesi di laurea, un esame di stato, 11 stagioni di Grey's Anatomy, due traslochi, tre sistemi operativi e un trapianto di hard disk ma inizia, giustamente, a manifestare i primi inequivocabili segnali di cedimento raggiungendo la temperatura fusione del nocciolo nucleare anche solo quando guardo demenziali video di gatti su YouTube. Me ne sono accorta dall'ustione di primo grado che  riporto sulla coscia sinistra ogni volta che lo uso sulla tazza del cesso.

Il sant'uomo di cui sopra, probabilmente per non compromettere ulteriormente una situazione disperata, al passaggio a Windows 8.1 ha deciso di installarmi, in luogo del vecchio caro Office targato Microsoft, un succedaneo open source che io, però, rifiuto come satana rifiuta la croce. L'ho aggredito motivando la mia ira con l'accusa di non essere stata avvertita d'un cambiamento così importante quando avrei potuto, semplicemente e anche gentilmente, chiedergli di rimediare ringraziandolo comunque del favore e di averci perso un pomeriggio.

Non paga sono passata al martirio del coniuge che prima s'è dovuto difendere dall'accusa infondata d'essere un marito anaffettivo e poi ha dovuto fare da cuscinetto emotivo delle mie nevrosi quando davanti al corpo nudo e perfetto d'una meretrice di Games of Stronz mi sono messa a piangere perché così brutta, grassa e sfatta come mi sentivo non avrei mai più potuto reggere il confronto con quelle chiappe lì.

Oggi è andata meglio. Resto col rimorso d'aver perso buona parte del week end a sputare veleno e piangermi addosso ma sono anche consapevole che la lotta all'ormone impazzito è sempre impari. 

Quindi mi assolvo da sola. E vado in pace.

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