giovedì 25 giugno 2015

Ascesi (e risalii)

In tutta onestà l'ascetismo alimentare e monetario alla lunga scassa le ovaie. Ma paga. Dopo quasi due mesi di aperto conflitto con lo specchio del cesso, alimentato da sanguinose battaglie, capocciate sui muri, strizzamento di chiappe, panza e maniglioni antipanico, la situazione parrebbe essere migliorata. Il mio pesoforma ideale (e utopico) è ancora lontano e continuo a pensare che sia stato il mio clone magro, anziché io, ad indossare il mio abito da sposa il cui giro vita farebbe sbiancare Kate Moss. O la donna Barbie. Però sono tornata a piacermi (e a sedermi senza sembrare un muffin. O Homer Simpons. O Homer Simpons che mangia un muffin).

Il ritrovamento della shilouette perduta non mi esonera, tuttavia, dal desiderio di acquistare oggetti paraginnici e paramiracolosi, tipo il cinturione vibrante che polverizza l'adipe in eccesso sull'addome in meno d'una settimana.

A frenarmi è l'ascetismo monetario. Duro tanto quanto quello alimentare.

Oltre al jeans skinny a pois ho rinunciato a un numero imprecisato di foulard, qualche borsa, una tuta, un tubino color Tiffany e un maxi dress a righe bianche e nere che fa tanto turista ameriggana a Venezia ed è, pare, il must have di quest'estate.

Unica goduriosa concessione sarà, salvo diverse indicazioni, il mega hamburger che ci concederemo domani, per festeggiare in leggero ritardo il nostro quarto anniversario. Che è oggi.

Non sono tipo da ricorrenze, lo sapete. Gli auguri mi indispongono. Nutro sempre concreti sospetti riguardo la sincerità delle persone che si prodigano per farmeli e poi, come se questo non fosse già abbastanza, mi sento pure un colpa.

Evito di festeggiare. Mi basta sapere che abbiamo retto. Almeno fin'ora.

Sempre e solo io e te

Come ha detto lui.

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