lunedì 23 marzo 2015

Overdose d'estrogeni

Enne, la mia nuova collega, è una riproduzione in chiave romantica della Sister G.

Ha un rapporto controverso con l'altro sesso che pare non avere, nei suoi riguardi, approccio diverso dall'odi et amo di Catulliana memoria.

Vive di estremismi, relazioni complicate, reazioni fuori dai confini della logica e delle convenzioni sociali. Soffre di empatia, condivide le sue emozioni, veste vintage.

Ha 40 anni, ne dimostra meno, se ne sente di più, regredisce allo stadio preadolescenziale quando di tratta di maschi.

Mi piace, nonostante sia stressante reggere il ritmo dei suoi pensieri, commentare le sue esperienze, darle consigli.

Erre, che ha il nome di una fata, ha il sorriso più ampio che io abbia mai visto, indossa gonne lunghe, ha i capelli corti, non si sporca la faccia col trucco, ha l'andatura, il tono di voce e le fattezze d'un folletto.

Mi ha accolta festosamente, mi chiede sempre come stai e, a memoria aziendale, nessuno l'ha mai vista arrabbiata, triste, contrariata.

Mi piace, nonostante i miei umori altalenanti non mi permettano di ricambiare sempre le sue gentilezze, ne di sentire il canto melodioso di uccellini invisibili tutte le mattine appena sveglia, come pare accada a lei.

Effe ha occhi profondi, spalancati sul mondo. Una criniera leonina, su una testa piccola e un corpo esile. E' la più impenetrabile delle tre, parla poco del suo privato, preferisce discutere di lavoro. Ha una bambina di due anni e mezzo dagli occhi blu che, pare, abbia cercato e ottenuto faticosamente.

Mi piace, nonostante, forse, il desiderio di maternità sia l'unica cosa che abbiamo in comune.

Non sono, come sapete, una femminista coi baffi e le espadrillias. Non coniugo le cariche al femminile perché resto convinta che i contratti in bianco e  il tetto di cristallo contro cui le donne sbattono la zucca siano problemi ben più gravi e, purtroppo, trascurati. Sono consapevole, da donna, che le donne
sono spesso il nemico di loro stesse, e che l'EvacontroEva ha rovinato intere generazioni.

Da femmina carina, mediamente intelligente e spigliata ho suscitato  spesso le invidie di altre femmine con evidenti complessi di inferiorità malamente gestiti e, per questo, mi sono sempre trovata più a mio agio con i maschi. Sul lavoro, nello studio, nella vita.

Ma le donne, queste donne umorali, diverse, emotive, puntigliose, doppiogiochiste, mamme, amanti, mogli, folletti, mi mancavano.

O forse mi mancava solo parlare di baffi e cerette, durante la pausa caffè.

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