mercoledì 9 settembre 2015

La filosofia del fai-da-te

Di sicuro nella mia vita c'è solo che io la vita me la complico anche quando non sarebbe proprio utile, tantomeno necessario.

Svolazzo tra un desiderio e un altro e sebbene mi impegni per soddisfarmi al meglio sono anche perfettamente consapevole dei miei umani limiti così, visto che non posso inseminarmi da sola e nemmeno rendermi fertile, mi concentro su altri futili obiettivi. O fisse. As you wish.

Quello della panza a tavoletta, per esempio, tempra il mio carattere e la mia determinazione. Sono arrivata a mantere il Plank per due minuti, passati i quali mi abbandono al pavimento come la più lasciva delle meretrici, ansimante e sfinita ma soddisfatta e orgogliosa della mia prestazione.

Poi c'è l'affare divano che avevo quasi concluso. Tale Monica, salvata sulla mia rubrica col fantastioso nome di Monica Divano, pareva convinta. Stavolta a mandare in fumo la trattatativa ormai ultimata sono stata io, sempre un attimo prima di decidere orario e giorno del ritiro. Sarà destino. Collega Enne m'ha skyppizzata per dirmi che lo voleva la sua sister, in procinto di convivenza. Così ho dato a lei la priorità pensando che il detto prima i tuoi e poi gli altri se puoi potesse essere applicato anche alle sorelle delle colleghe, a discapito degli estranei e della povera Monica Divano. Ora son qui che spero nel rinculo dell'altruismo. Perché, sapete, la tipa in questione è per la verità un tantinello instabile, potrebbe lasciarmi col divano sul groppone, un accordo sfumato e un immenso rodimento di culo.

Ieri sera, intanto, ho iniziato a sistemare le mie gioie nell'apposito portagioielli da armadio. Ho fatto fuori più della metà delle scatole e sfamato in parte il mio istinto perfezionista.

Evidentemente, però, tutto questo trambusto, unito a 8 ore di lavoro e 3 di viaggio, non mi abbastava. Difatti mi sono prodigata per rimediare due bancali da mercato con cui costruire un tavolinetto da giardino da mettere a corredo del salottino da esterno, regalo di nozze, utilizzato rarissime volte. Per non spendere troppi dineri ho speso troppo tempo nella vana ricerca di una vernice spray bianca da applicare, alla buona, sul truciolato per poi scorpire che servirebbe anche un olio fissativo, una base, carta vetrata e diversi pennelli che non ho intenzione di acquistare.

Verrà fuori una cagata. Ma questo pare sia il bello del fai-da-te. Improvvsare e sperare nel miracolo. Non è manco troppo male come fisolofia di vita.

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